Chat Control, l’Europa incassa i primi no. Voto rinviato a dicembre

Strasburgo (eu24news.eu) – La votazione sul regolamento Csar, noto come Chat Control, è stata rinviata a dicembre. Gli Stati membri dell’Unione europea non sono riusciti a raggiungere un accordo su uno dei provvedimenti più controversi degli ultimi anni: quello che introdurrebbe la scansione automatica dei messaggi privati per individuare contenuti di abuso su minori. Il voto, previsto ieri, è dunque slittato in attesa di un nuovo round negoziale che si annuncia complesso.

La proposta, avanzata nel 2022 dalla Commissione europea, imporrebbe ai fornitori di servizi di messaggistica e piattaforme online di rilevare e segnalare automaticamente immagini, video e testi sospetti, anche all’interno di chat cifrate. Una misura che, secondo esperti di sicurezza informatica, attivisti e organizzazioni per i diritti digitali, aprirebbe la strada a una forma di sorveglianza di massa e comprometterebbe la crittografia end-to-end, pilastro della privacy nelle comunicazioni online. Un voto, quello di ieri, che ha diviso il Parlamento europeo: la Germania si è espressa contro, la Spagna e l’Irlanda sostengono il regolamento, mentre l’Italia mantiene una posizione incerta. Ora si dobvrà cercare un compromesso prima della nuova votazione prevista il prossimo dicembre.

Il sistema si baserebbe sull’uso di intelligenza artificiale e algoritmi di rilevamento per analizzare tutti i contenuti inviati o caricati dagli utenti – messaggi, foto, video e audio – individuando materiale illegale o tentativi di grooming. La scansione avverrebbe attraverso una “backdoor”, ovvero una porta di accesso nascosta nel software o nel dispositivo. In caso di sospetta corrispondenza, il contenuto verrebbe segnalato a un centro europeo e successivamente alle autorità competenti. Un sistema a un controllo di massa che funzionerebbe un po’ come se tutte le lettere postali venissero aperte e lette prima della consegna. Secondo il Chaos Computer Club, anche un tasso d’errore minimo produrrebbe miliardi di falsi positivi, rendendo il sistema ingestibile. Lo stesso FBI ha avvertito che una scansione di massa non garantirebbe un aumento delle capacità di indagine, anzi rischierebbe di sovraccaricare le autorità. Le critiche arrivano anche dal Garante europeo per la protezione dei dati e dal Comitato europeo per la protezione dei dati, che avvertonoparlano di rischio di avviare una scansione generalizzata e indiscriminata delle comunicazioni elettroniche dei cittadini dell’Unione.

Oltre ai problemi etici e giuridici, restano anche i dubbi sulla fattibilità tecnica e sui costi elevati di un’infrastruttura del genere, con il pericolo che l’Ue finisca per affidarne la realizzazione a società statunitensi, compromettendo la sovranità dei dati. Dietro l’obiettivo di proteggere i più vulnerabili, il dibattito su Chat Control solleva dunque una domanda cruciale: fino a che punto l’Europa è disposta a sacrificare la privacy e la libertà digitale dei suoi cittadini in nome della sicurezza?

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