di Giuseppe Iuliano, Direttore Editoriale di
Sonnino (LT) (eu24news) – Ogni anno, nella vigilia dell’Ascensione, il borgo di Sonnino si anima con una delle manifestazioni popolari più sentite e partecipate: Le Torce. Un evento che affonda le radici nella notte dei tempi e che, per noi sonninesi, rappresenta molto più di un cammino: è un simbolo di fede, di comunità e di appartenenza.
Il rito prende forma già nella serata precedente, con la celebrazione dei Vespri presso il Santuario della Madonna delle Grazie. Qui, il sacerdote benedice le torce di cera vergine e le consegna ai quattro caporali, che guideranno la schiera dei torciaroli lungo il percorso.
La partenza avviene dalla Piazza San Pietro, accompagnata dal suono festoso delle campane e dal fragore della fucileria. È un momento intenso, dove la storia e la tradizione si fondono in un’atmosfera carica di emozione. Una volta giunti al limite del paese, il sacerdote pronuncia l’ultima benedizione, dando inizio a un viaggio lungo 30 chilometri, attraverso boschi, crinali e montagne.
Seguendo l’antico tragitto, il gruppo si suddivide in due schiere:
La prima schiera affronta la salita della Costa dei Deveri, attraversa il Bosco del Tavanese, il Monte delle Fate e raggiunge il costone delle Serre, dove la notte regala il momento più suggestivo.
La seconda schiera, invece, costeggia i confini con Monte San Biagio e Terracina, toccando Monte Romano, Cascano, Frasso, Fossanova, prima di riunirsi alla prima schiera in La Sassa.
Ogni passo racconta una storia, ogni luogo attraversato conserva il ricordo di questa tradizione, che unisce la spiritualità cristiana alla consapevolezza di un territorio da custodire e proteggere.
È sulle creste delle Serre che il pellegrinaggio raggiunge la sua vetta simbolica. Qui, nel cuore della notte, vengono accese le torce: una lunga scia di luce che serpeggia tra i monti, visibile da tutto il paese. L’atmosfera che si crea è straordinaria, tra il silenzio della natura e la voce della tradizione.
In Sonnino, chi è rimasto attende con trepidazione questo momento e risponde con fuochi d’artificio e colpi di fucileria a salve, in un abbraccio ideale tra chi cammina e chi resta. È la celebrazione della luce sulla tenebra, della comunità che si riunisce attorno a un rito che non ha mai perso il suo significato.
Il viaggio culmina in località La Sassa, dove le torce dei caporali, mai accese, vengono tagliate in pezzi e distribuite ai partecipanti. Questi frammenti vengono conservati nelle case e accesi soltanto in caso di calamità o tempesta, come segno di protezione e devozione.
All’alba, il ritorno al paese segna la conclusione della manifestazione. La fatica è evidente, ma prevale la soddisfazione di aver preso parte, ancora una volta, a un rito antico che continua a vivere.
Durante la celebrazione della prima messa solenne, ho avuto modo di incontrare il Sindaco, altre autorità locali e gli organizzatori dell’evento. Le loro parole hanno sottolineato il valore culturale e identitario di Le Torce, confermando l’impegno nel preservare questa tradizione unica nel panorama italiano.
A seguire, le video interviste ai protagonisti che ogni anno rendono possibile questa straordinaria manifestazione.
Grazie alla cartina del percorso, è possibile comprendere meglio la geografia di questo incredibile viaggio, che ogni anno continua a rinnovarsi con la stessa intensità, mantenendo vivo il legame tra i sonninesi e la loro terra. Un cammino che attraversa il tempo. Una luce che non si spegne.
Le Torce di Sonnino, la nostra storia.