Roma (eu24news.eu) – Nei Paesi Bassi si torna alle urne e l’Europa trattiene il fiato. A decidere non è solo il futuro dell’Aia, ma anche l’equilibrio politico di un continente che, dal Baltico al Mediterraneo, vede crescere l’onda sovranista. Il leader dell’ultradestra, Geert Wilders, protagonista dell’exploit del 2023, tenta di riconquistare la scena dopo il crollo del governo tecnico guidato da Dick Schoof, da lui stesso sostenuto e poi abbandonato. Un paradosso politico che racconta bene l’instabilità olandese e, più in generale, la frammentazione del campo conservatore europeo.
I temi dominanti sono gli stessi che attraversano l’Unione: immigrazione, sicurezza, crisi abitativa, transizione verde. Argomenti che infiammano le campagne elettorali da Bruxelles a Berlino, fino a Roma, e che rendono il voto olandese un test sullo stato di salute dell’identità europea. Il sistema proporzionale impedirà probabilmente a Wilders di governare da solo, ma il suo peso negoziale — anche solo come opposizione forte — rischia di incidere sul futuro dell’UE. Una sua affermazione consoliderebbe l’asse sovranista che, da Budapest a Roma, punta a rimettere in discussione la linea di Bruxelles su Ucraina, migrazioni e Green Deal. Gli exit poll arriveranno solo a seggi chiusi, ma una cosa è certa: qualunque sia l’esito, il voto dei Paesi Bassi parla già all’Europa. Un’Europa che, nel pieno delle sfide geopolitiche, dovrà scegliere se restare unita o continuare a dividersi fra chi sogna più integrazione e chi reclama più sovranità.