Il leader del PVV rompe con la coalizione per le politiche migratorie, aprendo una fase di instabilità politica nei Paesi Bassi.
La crisi politica nei Paesi Bassi si è ufficialmente aperta con la caduta del governo Schoof, dopo che Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà (PVV), ha ritirato il sostegno alla coalizione di centrodestra. Il nodo centrale della rottura è stato il tema dell’immigrazione, su cui Wilders chiedeva misure drastiche, tra cui il respingimento automatico dei richiedenti asilo e il dispiegamento dell’esercito per controllare le frontiere.
Il premier Dick Schoof, figura tecnica scelta per guidare il governo dopo le elezioni del 2023, ha annunciato le dimissioni, aprendo la strada a possibili elezioni anticipate. La crisi arriva a poche settimane dal vertice NATO previsto all’Aja il 24-25 giugno, aumentando l’incertezza politica in un momento delicato per l’Europa.
Wilders, che aveva ottenuto una vittoria elettorale significativa nel 2023, ha accusato i suoi alleati di governo di non aver rispettato gli impegni sulla politica migratoria. Il suo piano in 10 punti, che prevedeva misure più restrittive sull’asilo e l’espulsione dei cittadini con doppia cittadinanza condannati per reati, non è stato accettato, portando alla rottura definitiva.
Ora l’Olanda si trova di fronte a un periodo di incertezza politica, con il rischio di una nuova fase di negoziati complessi per la formazione di un governo stabile. La decisione di Wilders ha suscitato reazioni contrastanti: mentre i suoi sostenitori vedono la mossa come un atto di coerenza politica, i suoi ex alleati lo accusano di irresponsabilità per aver fatto cadere l’esecutivo in un momento critico
Le prossime settimane saranno decisive per capire se l’Olanda tornerà alle urne o se emergerà una nuova coalizione in grado di garantire stabilità al Paese.
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