Ue, stop al gas russo: un Consiglio in equilibrio tra fermezza e realismo economico

Bruxelles (eu24news.eu) –  L’Unione europea ha approvato la diciannovesima tranche di sanzioni contro Mosca, una delle più incisive dall’inizio del conflitto. Il nuovo pacchetto, adottato ieri sera al termine del Consiglio europeo di Bruxelles, introduce un divieto graduale di importazione di gas naturale liquefatto (Gnl) dalla Russia e stabilisce che i beni russi restino congelati fino al risarcimento dei danni di guerra.

La decisione, maturata dopo un lungo confronto tra i 27 stati membri,  è arrivata senza obiezioni formali anche se l’Ungheria si è sfilata dal testo finale. Le nuove misure, parte di una strategia che mira a indebolire il sistema energetico e finanziario di Mosca, verranno applicate dal 1° gennaio 2027, con sei mesi di transizione per i contratti a breve termine.

Al vertice ha partecipato anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, giunto a Bruxelles per chiedere nuove misure e fondi a sostegno di Kiev. “Abbiamo bisogno di più pressione sulla Russia – ha affermato Zelensky – Mosca non mostra alcuna volontà di fermare la guerra e continua ad attaccare i civili”. Il Presidente ucraino ha definito fondamentale la decisione dell’Ue sugli asset congelati spiegando che la Russia teme questa scelta, perché potrebbe dare all’Ucraina la possibilità non solo di difendersi, ma di vincere. In un bilateriale Zelensky ha, poi, incontrato anche la Premier italiana, Giorgia Meloni, con la quale ha discusso di progetti comuni in ambito energetico e difensivo. 

Le nuove sanzioni del pacchetto apporvato ieri colpiscono i pilastri economici del Cremlino: energia, finanza, trasporti e tecnologia. Sono 118 le petroliere russe aggiunte alla blacklist europea, portando così a 560 il totale delle navi bloccate. Stop anche alle transazioni con Rosneft e Gazpromneft, e divieto di operazioni finanziarie per cinque banche russe e diversi istituti in Bielorussia e Kazakistan. Bruxelles ha deciso di estendere, inoltre, le restrizioni alle aziende di Cina, India e Thailandia accusate di aggirare le misure sull’export tecnologico, imponendo un blocco totale alle criptovalute e ai servizi collegati a cittadini o imprese russe.

Sul piano diplomatico, scatterà una stretta sui movimenti dei funzionari russi: per viaggiare all’interno dell’area Schengen dovranno ottenere un’autorizzazione preventiva dai Paesi membri. Sul fronte finanziario, l’Ue ha confermato l’impegno a sostenere l’Ucraina ma ha rinviato la decisione sull’utilizzo diretto dei beni russi congelati. Nelle conclusioni si è parlato di opzioni di sostegno finanziario e della necessità di tornare presto sulla questione. Resta però il principio cardine: gli asset di Mosca rimarranno immobilizzati fino a quando la Russia non risarcirà i danni della guerra.

Accanto al dossier ucraino, il Consiglio europeo ha discusso anche di competitività e Green Deal. I leader hanno concordato di inserire una clausola di revisione negli obiettivi climatici al 2040 e di riesaminare le norme che prevedono lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato che la revisione sarà presentata entro la fine dell’anno tenendo conto dei biocarburanti avanzati richiesti dall’Italia e degli e-fuel sostenuti dalla Germania. Nel bilaterale con von der Leyen la Premier italiana, Giorgia Meloni, ha ribadito la necessità di provvedimenti urgenti a sostegno del settore automobilistico e delle industrie ad alto consumo energetico chiedendo una riduzione dei costi dell’elettricità.

Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha infine annunciato un vertice straordinario sulla competitività per il 12 febbraio 2026, che si terrà in formato informale, sul modello dell’incontro dedicato alla Difesa che si è tenuto lo scorso inverno. L’occasione servirà per fare il punto in maniera sostanziale su un tema cardine dell’agenda europea.

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