Strasburgo (eu24news.eu) – Nella notte tra sabato e domenica prossimi tornerà l’ora solare: alle 3 le lancette dovranno essere riportate indietro di un’ora regalando un’ora di sonno in più, ma anche pomeriggi più brevi e bui.
Un passaggio che ogni anno divide cittadini e scienziati e che oggi torna ufficialmente al centro del confronto politico europeo.
Nel pomeriggio, a Strasburgo, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, i deputati discuteranno il dossier sulla fine del cambio stagionale dell’ora. Il tema era stato già approvato in prima lettura nel 2019, ma da allora il processo è rimasto bloccato per mancanza di accordo tra i governi nazionali. L’obiettivo del Parlamento è riaprire il negoziato e chiedere a Commissione e Consiglio Ue di spiegare perché la proposta di abolizione non sia mai arrivata a compimento. L’ipotesi in campo resta quella di consentire a ciascun Paese di scegliere se mantenere l’ora solare tutto l’anno o restare stabilmente con l’ora legale, ma la Commissione teme una frammentazione dei fusi orari in Europa.
Intanto, la scienza torna a pesare nel dibattito. Uno studio del Neuromed ha evidenziato che il passaggio all’ora legale in primavera provoca riduzione del sonno, maggiore stanchezza e rischio di incidenti, mentre il ritorno all’ora solare autunnale ha impatti minori ma può comunque alterare i ritmi circadiani per alcuni giorni. Sul fronte energetico, i vantaggi che un tempo giustificavano il doppio cambio sono ormai quasi inesistenti: secondo le ultime stime, il risparmio medio non supera lo 0,2% annuo dei consumi elettrici. Per questo, molti eurodeputati di diversi gruppi politici chiedono di mettere fine a un sistema considerato obsoleto e poco utile. La Commissione europea ha confermato che la proposta di riforma resta sul tavolo e che la discussione odierna servirà a decidere se e come rilanciarla nei prossimi mesi.